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Malattie cardiovascolari: come riconoscere le prime avvisaglie?

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Dicembre 16, 2015
in Senza categoria
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E' bene imparare a conoscere quali sono i principali sintomi da non sottovalutare, in modo da potervi porre rimedio rapidamente, cosa oggi fattibilissima.
E’ bene imparare a conoscere quali sono i principali sintomi da non sottovalutare, in modo da potervi porre rimedio rapidamente.

Insieme ai tumori, le malattie cardiovascolari sono le patologie che si contendono le prime posizioni come principale causa di morte nei paesi occidentali e industrializzati. E’ bene precisare però, che oggi, grazie alle tecniche interventistiche sempre meno invasive e ai progressi fatti anche in campo farmacologico, l’aspettativa di vita anche in seguito ad un infarto è di buon livello.

Certo, molto dipende anche dalla sede dell’infarto, ma in linea di massima, la maggior parte di questi eventi sono tranquillamente superabili. E’ importante saper cogliere le prime timide avvisaglie, che a volte sono proprio poco evidenti, visto che la malattia coronarica, dai suoi primi esordi fino all’evento catastrofico, è per lo più asintomatica, o meglio, lo è per coloro che non sanno cogliere i primi segni del problema: spesso vengono confusi con malesseri passeggeri di tutt’altra natura.

Bisogna, quindi, stare con le orecchie dritte, pronti a cogliere anche il più piccolo segnale, in modo da poter correre ai ripari per tempo. Questo non significa che bisogna essere paranoici, nel senso di correre dal medico, o peggio ancora, in ospedale al minimo disturbo, altrimenti si correrebbe il rischio di fare la fine del pastorello che gridava al lupo … al lupo … senza motivo.

Oltre tutto, oggi giorno, recarsi in ospedale per un malessere del tutto insignificante, con il rischio di essere etichettati con un bel codice bianco, quindi a pagamento, diventa poco conveniente.

Malattie cardiovascolari , campanelli d’allarme

E allora come fare per evitare guai peggiori? Bisogna conoscere i segni perché, pur se possono sembrare poco significativi, alcuni di questi sono assolutamente inequivocabili.

Per esempio, un doloretto che si diparte dal gomito e corre lungo la parte inferiore del braccio fino al mignolo è di solito considerato un dolore reumatico, un colpo di freddo, o la conseguenza della cattiva abitudine di guidare con il braccio appoggiato sul bordo della portiera dell’auto con il finestrino aperto.

Certo, potrebbe essere questo, ma potrebbe anche essere un dolore coronarico, o meglio, di origine coronarica, così come allo stesso modo un doloretto che corre lungo la parte inferiore della mandibola fino al mento, che sia a destra o a sinistra è del tutto ininfluente, come anche per quanto riguarda il doloretto descritto in precedenza, può avere la stessa origine, ed essere quindi un primo campanellino di allarme da non sottovalutare.

Del resto, è di tutta evidenza che in presenza di questi piccoli sintomi, un consulto medico dovrebbe essere d’obbligo, soprattutto se si è a conoscenza di essere un soggetto a rischio perché fumatore o perché si ha il colesterolo alto o, ancora, perché si hanno episodi di ipertensione, soprattutto per quanto riguarda il valore minimo.

Oltre al consulto con il proprio medico, si dovrebbe rendere necessario anche un controllo dei lipidi, quindi trigliceridi e anche colesterolo, in modo da poter, come minimo, cercare di seguire una dieta povera di grassi onde evitare di accrescere ancora il rischio.
Ma, alla fine, un controllo più specifico sarebbe necessario, in modo da poter correre ai ripari in tempo utile. Va infatti ricordato, e bisogna tenerlo bene a mente, che un evento infartuale è una specie di terno al lotto, può andare bene, meno bene, ma anche malissimo, essere addirittura catastrofico, e questo dipende dalla sede dell’infarto, sede che viene determinata dalla coronaria che si sarà occlusa, seppur solo parzialmente.

Una occlusione dell’ottanta% è considerata decisamente a rischio di evento infartuale improvviso. La coronaria destra è quella che, in definitiva, porta sangue ed ossigeno alla zona posteriore del muscolo cardiaco, quindi determina un infarto che nella maggior parte dei casi è ampiamente superabile e, al tempo stesso, offre una aspettativa di vita decisamente buona, a patto che si segua poi la giusta dieta, la cura farmacologica adeguata e, cosa fondamentale, si smetta di fumare se fumatori.

Altra cosa è se ad essere interessata dall’occlusione è la coronaria sinistra con la circonflessa che da essa si diparte. In questo caso, la zona del muscolo cardiaco ad essere interessata da un eventuale infarto è la parte anteriore, e un evento del genere è decisamente più serio di quello descritto in precedenza.

Ma la peggiore situazione, quella praticamente che non lascia scampo, è quando l’occlusione riguarda il tronco comune, il che determinerebbe un infarto fulminante, visto che sarebbe l’intero muscolo cardiaco a non ricevere più il nutrimento necessario alla sua sopravvivenza.

Quindi, è essenziale non sottovalutare mai i piccoli segnali che a volte il nostro organismo ci manda, perché sottovalutare il problema potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte.
Precedentemente abbiamo citato alcuni sintomi che la maggior parte delle persone ignorano possano essere riconducibili ad un problema coronarico, ma va detto che ve ne sono anche altri, sicuramente più noti, ma che troppo spesso, per la fretta o perché travolti dagli eventi e dagli impegni della vita quotidiana, vengono sottovalutati al pari dei precedenti.

Respiro corto, dolore sordo alla bocca dello stomaco che poi passa dopo qualche minuto senza una ragione apparente, così come del resto aveva fatto la sua comparsa, fastidio alla gola, mancanza di fiato anche dopo aver fatto solo poche decine di metri a passo svelto o e ,questo è decisamente più evidente, senso di compressione della gabbia toracica, ma la sensazione è che sia una compressione interna, come se qualcuno la stringesse lateralmente con forza.

Segnale ritenuto il più indicativo dalla maggior parte delle persone, è il dolore toracico che, oggettivamente, è abbastanza inequivocabile, anche se vi sono altre patologie o disturbi che potrebbero essere caratterizzate da un dolore simili, ma diverso. Il dolore toracico arriva all’improvviso, dapprima molto lieve, ma che nel giro di qualche secondo diventa forte e quasi lancinante.

Spesso è preceduto da un senso di angoscia inspiegabile, e interessa la parte centrale del torace, lo sterno, un dolore non superficiale ma profondo, tanto è vero che viene definito anche retrosternale. Può interessare anche l’emitorace sinistro, sia anteriormente che posteriormente. In questo caso non è solo un’avvisaglie, ma è quasi certamente il segnale di un infarto in atto.

Se invece si tratta solo di un dolore ischemico, un dolore che avvisa che vi è qualcosa che non va, questo è di breve durata, si presenta anch’esso all’improvviso, solitamente in occasione di uno sforzo o di una forte emozione o in caso di freddo intenso.

Il dolore è decritto come una pressione, un peso o anche solo un bruciore, di breve durata. Potrebbe anche accadere che, in particolar modo nel corso della notte, ci si svegli con la sensazione di una stretta profonda al torace, sensazione di brevissima durata, ma forse il sintomo decisamente più allarmante di tutti. Altro sintomo è il dolore allo stomaco, anch’esso di breve durata, che non trova altra giustificazione, che sparisce con il riposo e che non viene lenito da farmaci specifici per lo stomaco.

Questa sensazione, che di solito capita durante le ore notturne, ha la durata di qualche secondo, ma è estremamente significativa e non va assolutamente sottovalutata. Si tratta, in effetti, di uno dei così detti campanelli di allarme più significativi, anche se non avvertiti da tutti.

Ma poi, molte manifestazione sintomatiche sono soggettive e quindi è necessario stare pronti a cogliere anche i pur minimi cambiamenti, le piccole strane sensazioni, che se ascoltate, possono anche salvare la vita.
Del resto, con i progressi della tecnologia diagnostica, oggi avere in chiaro quadro della situazione, è praticamente alla portata di tutti. Si tratta di procedure ormai acquisite e collaudate, che possono essere affrontate con la massima tranquillità.

Coronografia

Ci si riferisce, in particolar modo, alla coronarografia, tecnica di indagine invasiva con la quale, oltre a controllare lo stato delle coronarie, è possibile nella stessa seduta intervenire anche per risolvere un eventuale problema di stenosi, semplicemente eseguendo una angioplastica con il posizionamento di uno stent.

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Si tratta, in fin dei conti, di una tecnica d’indagine ormai di routine, con una percentuale di rischio molto bassa, in particolar modo se effettuata presso una struttura che ha una provata esperienza in questo tipo di intervento. Questo vuol dire che sarebbe meglio rivolgersi ad una struttura che ne faccia almeno qualche migliaio l’anno, così come l’emodinamista che si occuperà praticamente dell’intervento.

Tac coronarica

Ma oggi è possibile effettuare anche indagini non invasive e, in particolare, la tac coronarica, che si esegue come una comune tac, con l’ausilio di un mezzo di contrasto che consentirà di opacizzare le coronarie. Le immagini acquisite, molto rapidamente del resto, visto che bastano pochi secondi, verranno poi analizzate alla consolle della quale è provvisto lo strumento diagnostico, con l’utilizzo di un software tridimensionale, in grado di rilevare eventuali occlusioni e il loro grado di severità.

Questo esame è particolarmente indicato proprio in questi casi di sintomi lievi, che possono aver insinuato nel medico il dubbio sulla presenza di un problema coronarico, in modo da evitare una coronarografia a quei soggetti che poi potrebbero risultare negativi all’esame, così come ai pazienti a rischio per familiarità, stress, colesterolemia elevata, e altro ancora, ma che comunque potrebbero risultare essere indenni da lesioni coronariche.

Quindi, in caso di lievi disturbi, non nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, ma affrontare la situazione con decisione, in modo da evitare guai peggiori.

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