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Autopalpazione del seno: come si esegue e come interpretare quel che si palpa

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Gennaio 22, 2016
in Senza categoria
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autopalpazione del seno

Ancora oggi, dopo una visita senologica, una mammografia od un’ecografia mammaria, viene frequentemente suggerita l’esecuzione periodica dell’autopalpazione del seno. Che cos’è l’autopalpazione del seno? Affiancato ai normali esami di routine, l’autoesame del seno, rappresenta il primo strumento di prevenzione del tumore alla mammella, il più frequente e invasivo tumore nella donna.

La prima cosa da fare è scegliere il momento più favorevole per fare il test.  Dopo i 20 anni, l’autoesame del seno può essere effettuato una volta al mese tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo. Poiché la struttura del seno si modifica in base ai cambiamenti ormonali, è importante rispettare questi tempi per evitare falsi allarmi.

Come fare l’autoesame del seno

L’autoesame del seno consiste in due fasi: osservazione del seno; autopalpazione del seno.

Osservazione del seno

In piedi, a busto nudo, prima di fronte e poi di profilo allo specchio, osservare il seno per notare qualsiasi cambiamento strano nella grandezza o nella forma delle mammelle o dei capezzoli. Notare anche eventuali cambiamenti nella cute (arrossamenti, retrazioni, ecc). L’osservazione va fatta prima con le braccia lungo il busto, poi con le braccia in alto e infine con le mani dietro la testa.
Attenzione: i due seni non sono mai perfettamente uguali ma questo è assolutamente normale!

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Palpazione del seno

In piedi, portare una mano dietro la nuca e con l’altra palpare il seno del lato opposto. La palpazione va ripetuta anche in posizione supina, con un cuscino sotto la spalla. Piegare un braccio sotto la testa e con la mano del braccio libero palpare il seno del lato opposto. Il controllo va effettuato su entrambi i seni con le stesse modalità allo scopo di controllare la presenza di eventuali noduli. Imparare a usare le mani nel modo corretto è fondamentale affinché l’autopalpazione risulti utile allo scopo. Come fare?

  • Disegnare piccoli cerchi: premere la mano a piatto sul seno. Cominciando dall’esterno, con i polpastrelli, eseguire movimenti circolari concentrici dall’alto verso il basso come a disegnare cerchi sempre più piccoli man mano che ci si avvicina al capezzolo. ‘Perlustrare’ lentamente l’intera mammella e la zona ascellare.
  • Disegnare linee: cominciando dall’ascella, muovere lentamente le dita in alto e in basso fino a coprire l’intera superficie della mammella.
  • Stringere il capezzolo: prendere il capezzolo tra pollice e indice e stringerlo delicatamente per controllare l’eventuale fuoriuscita di secrezioni.

Per conoscere i rischi di contrarre tumore al seno è possibile usare uno strumento certo come il test del DNA.

Quando è importante consultare il medico?

Nella maggior parte dei casi il tumore alla mammella si manifesta come un nodulo mammario o in sede ascellare, non doloroso e piuttosto duro alla palpazione: è bene però ricordare che in nove casi su dieci un nodulo non è cancerogeno.
In generale, oltre alla comparsa di uno o più noduli, qualsiasi cambiamento nella morfologia della mammella – come arrossamenti, retrazione o cambiamento del capezzolo, secrezioni, retrazioni della pelle, deve indurre a richiedere un controllo medico.

E’ bene precisare che
Pur riconoscendo all’autopalpazione i meriti, si può tranquillamente affermare che tale esame non è necessario, se la donna si sottopone regolarmente alla mammografia o, se sotto i quaranta anni, a visite specialistiche ed ecografie secondo il calendario che il proprio medico le consiglia.
Ben inteso, se la donna riesce ad eseguire l’autoesame in modo corretto, con serenità, senza paure od ansia, e raggiunge una buona conoscenza di “come” è fatto il suo seno, questo test non è assolutamente dannoso e può aiutare a sentirsi più tranquille.

Come interpretare quel che si palpa?

Le donne che decidono di eseguire l’autopalpazione devono tener ben presenti tre cose:

  • L’autopalpazione non può sostituire, in alcun modo, la visita medica, né tanto meno mammografia ed ecografia, ma può essere, se gradita alla donna, un’integrazione a questi esami che devono essere, in ogni modo, eseguiti secondo il calendario consigliato dal medico.
  • Quel che si richiede alla donna non è fare una diagnosi, cosa che può essere difficile anche per lo specialista, ma solo di “accorgersi di un cambiamento” da segnalare al medico.
  • Le “alterazioni” che la donna può percepire palpandosi sono, nella stragrande maggioranza dei casi, legate alla normale struttura del seno o a “lesioni” totalmente benigne. I noduli maligni sono, infatti, una percentuale molto bassa rispetto a quelli privi d’importanza clinica. È sbagliato, perciò, spaventarsi per aver palpato qualcosa di “anomalo” poiché le probabilità che si tratti di una lesione pericolosa sono molto basse.

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